Le origini della costruzione navale

Parecchie volte, in remoti angoli della terra, l’uomo primitivo ha cercato di far spingere una fragile imbarcazione, una zattera o una piroga, dalla forza del vento.
Le origini della costruzione navale o, più modestamente, della preparazione di imbarcazioni capaci di trasportare l’uomo in modo relativamente sicuro ed asciutto sopra il mare o sopra le acque dolci, risalgono a molto prima della storia scritta.
La nascita della barca spinta dai venti può ricercarsi nella millenaria Cina, pur esistendo prove sicure solamente sulla navigazione del Nilo.
In Egitto si costruirono, in tempi remoti come 3000 anni prima di Cristo, velieri razionali e solidi.
In epoca ancora precedente, intorno ai 4000 a.C., un pittore egizio raffigurò una imbarcazione dalla vela quadra, la cui alta prua esclude l’ipotesi di un semplice tronco scavato, infatti si trattava di una vera barca a vela.
Nel 1929 si è scoperto un modello in argilla che rappresenta un natante fatto con canne , in cui appaiono evidenti le tracce di un albero munito di vela e la cui età fa risalire la comparsa della prima vela alcune migliaia di anni prima.
Il vento serviva al navigante solo se spirava, con forza moderata, nella direzione in cui egli desiderava andare.
Quando invece il vento proveniva in senso contrario o anche al traverso, l’imbarcazione rimaneva ormeggiata in qualche angolo del fiume in attesa di vento favorevole.
Su coste esposte a venti costanti, come gli Alisei, o stazionali, come I Monsoni, non era possibile sperare in un cambiamento di direzione, quantomeno in breve tempo.
Dalla necessità di trovare un mezzo che sfruttasse I venti al traverso, nacque circa duemila anni fa, nel Medio Oriente, la vela latina, la cui geniale concezione contribuì enormemente alla navigazione non strettamente vincolata alla direzione del vento.
Inizialmente con timore, poi con maggiore convinzione, fu impiegato un lungo palo chiamato antenna che giunse ad essere più lungo dell’albero maestro.
La vela, quasi triangolare, formava con la direzione del vento un angolo variabile gestibile.
La vela latina, propria del mondo Arabo, si diffuse quindi nelle acque del Mediterraneo durante il settimo secolo.
Successivamente si usarono anche, congiuntamente a questa nuova vela , le vele quadre.
La Nina infatti, la più piccola delle tre navi di Cristoforo Colombo, portava, all’origine, vele latine su tutti e tre gli alberi, mentre la Santa Maria e la Pinta avevano vele quadre sul trinchetto e sull’albero maestro, e vela latina su quello di mezzana.
Il Catai (Cina) esisteva la giunca, una barca a vela il cui scafo aveva una struttura pesante, simile ai competitor europei.
Invece la vela caratteristica della giunca cinese, che non fu capita dagli occidentali, e non si diffuse in altre parti del mondo, era un portento.
Decisamente superiore alla vela latina in quanto poteva utilizzare la forza del vento proveniente quasi da ogni direzione.
Era una vela tagliata, simile alla vela al terzo di moderna concezione, munita di stecche per tutta la sua larghezza.
Ogni stecca aveva I propri ostini (simili agli amantigli) che arrivavano in coperta, in questo modo la vela poteva essere orientata al vento in tutta la sua altezza.
Se I navigatori cinesi fossero riusciti a diminuire lo scarroccio delle loro giunche già allora sarebbero riusciti ad andare di bolina.
Non meno importante fu l’invenzione del timone fisso alla poppa della barca.
E se sorprende la sua tarda apparizione nel secolo dodicesimo, ancor più stupisce il pensare quanto la navigazione a vela, già millenaria, dovesse essere penosa senza un timone fisso a poppa.
Contemporaneamente nacque nell’Europa settentrionale (vichinghi) l’imbarcazione dalle forme più affinate che la tradizionale costruzione navale, pesante e rustica, avesse mai ideato.
I vichinghi , cercarono di dominare I venti spiranti in senso contrario, con loro l’inventiva degli uomini si volse a studiare peso e forma dello scafo, che raggiunse in maniera sorprendente una efficienza spettacolare.
A causa della mancanza del timone fisso a poppa, I vichinghi per migliorare la loro rapidità in manovra praticavano il sistema di cambiare poppa e prua a volontà.
L’albero unico, che dominò per millenni la navigazione a vela, venne sostituito dalle alberature a due o più alberi solamente nel quattordicesimo secolo.
Le prime navi d’altura avevano tre alberi nonostante fossero piccole, come la Santa Maria di Colombo.
Successivamente, il relativo benessere del mondo occidentale, in grado di pagare alti prezzi per le spezie e tessuti orientali, diede origine ad una febbrile attività nella costruzione navale.
Vi fu una evoluzione nelle due direzioni che potevano apportare vantaggi economici: maggiore velocità e maggiori dimensioni.
Intorno al 1830 nacque la più elegante, veloce e redditizia costruzione che la marina mercantile mondiale avesse mai visto: il clipper. Macquarie Torrens Flying Cloud Champion of the seas Lightning
Fu questo tipo di veliero costruito sotto il segno della velocità, contrariamente a tutti I precedenti che obbedivano a criteri di volume e di stabilità.
I clipper superarono in velocità tutte le navi a vela precedenti e più ancora dimostrarono una capacità di bordeggio mai ritenuta possibile a velieri mercantili.

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