Le origini della Coppa America

Messa in palio nel 1851 da un gruppo di yachtsman britannici, la coppa fu vinta in quello stesso anno dalla goletta America in una memorabile regata attorno all’isola di Wight.
La superiorità dello yacht americano fu casuale più che reale, ma le notevoli differenze che avevano rilevato il suo scafo e la sua velatura, rispetto a quelli britannici, provocarono interminabili commenti ed animate discussioni.
La goletta America era stata progettata da un giovane architetto navale, George Steers, e costruita da William H. Brown in base ad un contratto di 30000 dollari.
Brown non potè terminare la costruzione entro il termine fissato per cui consegnò lo yacht per 20000 dollari.
Il valore della coppa era di 100 ghinee, pari a 300 dollari: per conquistarla o difenderla, sono stati costruiti da allora yacht sempre più costosi che hanno richiesto investimenti enormi dell’ordine di decine di milioni di dollari.
Le dimensioni dell’America rientravano nelle normalità per quei tempi.
Aveva una lunghezza fuori tutto di 31 metri, una lunghezza al galleggiamento di 27,50 metri, una larghezza di 6,70 metri ed un’immersione di 3,5 metri.
Lo scafo aveva linee d’acqua molto affinate e l’attrezzatura si distingueva per l’impiego delle sue nuove vele di cotone, a taglio piatto, gli altri concorrenti, invece, avevano scafi con linee più piene e usavano vele pesanti di canapa e più grandi.
Solo uno yacht scozzese, chiamato Tiara, aveva linee d’acqua così affinate ma, avendo trovato cattivo tempo nella traversata, non giunse a tempo per poter partecipare alla famosa prima regata.
In regate successive riuscì a battere tutti gli yacht che a loro volta erano stati sconfitti dall’America.
Se avesse partecipato, forse la coppa, originariamente chiamata delle 100 ghinee, avrebbe avuto il nome di Tiara e sarebbe rimasta in Gran Bretagna.
Con il successo delle linee affinate nel 1851, terminò per sempre l’era delle forme piene.
Nel 1876 parteciparono per l’ultima volta grandi yacht attrezzati a goletta e I concorrenti successivi usavano attrezzature con un solo albero.
I vincitori della coppa America del 1885, Puritan, e del 1887, Volunteer, erano grandi sloop I cui scafi ad immersione ridotta avevano enormi derive centrali e zavorra esclusivamente interna.
Negli anni successivi , il genio di Nathaniel G. Herreshoff creò yacht di stupenda concezione, costruiti nei suoi cantieri sempre con impeccabile precisione.
Il maggiore di essi, il Reliance, nel 1903, aveva una lunghezza fuori tutto di poco più di 43 metri, una lunghezza al galleggiamento di circa 27 metri, una larghezza di 7,85 metri ed un’immersione di ben 6,10 metri.
Portava una superficie velica di 1500 metri quadrati attrezzata a cutter.
Lo scafo era costruito con lamiere di bronzo marino del tipo Tobin, di 6,3 mm di spessore, sistemate su ossature di acciaio al nichel.
La coperta era dello stesso spessore ma in alluminio, ricoperta con una pasta antisdrucciolo chiamata corcoleum.
Il Reliance deve essere considerato la prima “macchina da corsa”.
Ogni particolare dello scafo e dell’attrezzatura era subordinato ad un unico fine : la velocità.
Impiegava drizze di fili di acciaio alate da verricelli situati sotto coperta ove si trovavano anche I verricelli per le scotte della maestra e delle vele di prua.
La formula di classificazione del 1883 favoriva la costruzione di barche certamente veloci, ma il cui tipo lasciava molto a desiderare.
Con l’introduzione nel 1930 della formula Universale venne adottata nelle regate del 1930,34 e 37 la classe J che portava una superficie velica quasi inalterabile di 705 metri quadrati in quanto la lunghezza al galleggiamento poteva variare fra 22,90 e 26,60 metri, ed il dislocamento fra I 105 e 162 tonnellate.
Il vincitore del 1930, l’Enterprise, fu il più corto e leggero dei partecipanti costruiti sotto le disposizioni di questa formula.
Nel 1934, I britannici presentarono, con l’Endeavour I, uno yacht di qualità straordinarie, disegnato da Charles E. Nicholson, che sfiorò la vittoria più di ogni altro sfidante.
Il suo piano di costruzione rappresentava senza dubbio lo scafo più perfetto che sia mai stato progettato senza ricorrere a prove in vasca.
Ma nel 1937, gli americani presentarono nel difensore Ranger lo yacht più veloce di questa classe, meravigliando tutti per la sua superiorità soprattutto per la sua sorprendente capacità di stringere il vento.
Il Ranger fu disegnato da Starling Burgess e Olin Stephens aiutati da K.S.M. Davidson direttore della vasca di prove dello Stevens Institute.
Per l’eccessivo costo di questi yacht da regata, dopo l’ultima guerra venne adottata una classe molto più piccola, quella dei 12 metri nella formula internazionale della I.Y.R.U.

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