Il nodo parlato e il nodo Savoia

il nodo parlato è un nodo complesso, mentre il nodo Savoia è un nodo semplice. La parte anteriore del nodo parlato (fig. A) assomiglia a una lettera “N” (poiché però la diagonale può essere rivolta sia da una parte che dall’altra, a volte può sembrare che la “N” sia scritta al contrario). Il nodo parlato viene usato per serrare una corda ad una sbarra, ad un palo, ad un candeliere, a una bitta o a un’altra scotta che non faccia parte del nodo stesso (purché la trazione sia costante e ad angolo retto). Il suo impiego più frequente è quello per sospendere un parabordo alla barca.

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Il nodo parlato è facile da eseguire e vi sono diversi modi per realizzarlo. Di solito si passa il corrente attorno al palo anteriore. A questo punto si fa compiere un altro giro al corrente nella stessa direzione e quindi si blocca la cima sotto la diagonale. Se avete difficoltà a manovrare l’estremità della scotta, potete eseguire due volte opposte (fig.D) e quindi incrociarle mettendo la seconda sopra la prima e far successivamente scivolare il tutto sopra il palo (fig. E). Se dovete fissare la scotta ad un palo verticale vi conviene bloccare la trazione seguendo una volta attorno al palo stesso (fig. F) e poi fermate il tutto con un altro mezzo collo (fig. G). E’ molto meglio formare due volte molto larghe posandole a terra o sul molo e poi unirle. Il nodo parlato è uno dei colli più utili, ammesso che la trazione provenga sempre dalla stessa direzione. Per scioglierlo basta sfilarlo dall’oggetto al quale è stato applicato; tuttavia se è molto stretto e non scivola oppure se la scotta è di diametro ridotto, è molto meglio dotarlo di un’asola scorrevole. (fig. G). Una variante è il nodo da ponteggio (fig. B-C) molto utile per issare dei carichi. Per quanto riguarda il nodo Savoia che è un nodo semplice per seguirlo basta far passare “il corrente” attorno alla scotta e farlo entrare nell’occhiello che si è formato.

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