La gassa d’amante

La gassa d’amante (fig. A) è costituita da una volta non scorsoia e che quindi non può tornare nella condizione di fune libera. Poichè la gassa d’amante a sinistra ( fig. B) offre minori garanzie di sicurezza, è consigliabile evitarla per quanto possibile. Per eseguire la normale gassa d’amante bisogna per prima cosa formare una volta sul

.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  gassa d'amante

dormiente (la parte della scotta che non si muove) come illustrato nella figura. Quindi si deve passare il corrente (la parte della scotta che si muove) attraverso la volta (fig. C), attorno al dormiente e quindi ancora dentro la volta. E’ un nodo sicuro e resistente che si stringe progressivamente con la trazione. E’ comunque sempre possibile scioglierlo, facendo scorrere il dormiente attraverso la volta in senso inverso alla trazione. La gassa d’amante scorsoia (fig. D), invece si scioglie non appena viene a mancare la trazione, mentre l’intugliatura con gassa d’amante (fig. E) viene utilizzata per unire temporaneamente funi di grosse dimensioni e poco maneggevoli ed è composta da due normali gasse d’amante che si intersecano. Le funi posso essere anche di diverso diametro. Volendo fare una gassa d’amante ancora più sicura, si può assicurare la cima con un mezzo collo supplementare oppure infilare il corrente sotto uno dei legnoli. Se si vuole esagerare in sicurezza si può fare la gassa d’amante doppia (fig. F). Praticamente bisogna eseguire il nodo guardandolo …. dalla parte sbagliata (facendolo capovolto fig. G-H).

Una risposta a “La gassa d’amante”

  1. Grazie capitan Hallock, finalmente trovo in un blog tutto quello che cercavo per avere un supporto alla pratica della vela, che ho cominciato da poco.
    Buon vento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *