Affiancarsi all’ormeggio

A chi non è capitato entrando in porto di non trovare posto in banchina ed essere costretto di mettersi a fianco ad un’altra imbarcazione. Una volta individuato la barca ,possibilmente almeno grande come la propria, ci si avvicina, si saluta e si chiede a chi è a bordo il permesso di ormeggiare. Il permesso viene sempre accordato talvolta storcendo il naso. Bisogna tenere sempre conto che le barche sono come “delle case” e non “delle auto” e quindi l’ormeggio non sarà mai come un parcheggio, quindi bisogna sempre fare la massima attenzione ad non urtare l’altra imbarcazione. Quando si ormeggia, bisogna farlo nel modo più “garbato” possibile evitando di urlare, imprecare, sporcare (buttando le cime a casaccio) ed mantenendo il motore al minimo senza colpi di gas eccessivi. Passati gli ormeggi di prua e poppa, fissati per poi essere recuperati da chi accosta, sistemata una scotta laterale a mo di “spring” si controllare che le crocette non si tocchino e si sistemano meglio i parabordi evitando di metterli vicino agli oblò. A questo punto bisogna ringraziare il vicino della collaborazione. Fatto questo bisogna chiedere al comandante il permesso (una volta e basta) di transito sulla barca accanto. Quando si “transita” bisogna farlo, se possibile, a prua dell’albero maestro evitando di fare confusione, con scarpe idonee o scalzi e senza disturbare i vicini. Più la nostra manovra sarà “gentile”, più abbiamo la speranza di essere accolti piacevolmente. L’ormeggio, soprattutto in porto, è il biglietto da visita dello skipper.

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